Abitazione familiare degli Houston

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  1. Jak the Legend
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    Nozioni storiche

    CODICE
    L'abitazione familiare degli Houston era collocata originariamente presso l'antica Zona Portuale, e venne costruita per conto di Alan Houston, leggendario fondatore di famiglia e dell'impresa archeologica Houston, in un tempo succcessivo e recente alla fondazione di Haven da parte di Mar. L'ubicazione della dimora familiare non era casuale, bensì era legata alla vicinanza strategica alle operazioni di scavo dell'Antica Città Precusor, che lo stesso Alan aveva condotto dopo aver scoperto della sua esistenza sotto la superficie del mare.
    Secoli dopo l'abitazione degli Houston fu spostata nel distretto di New Haven da Oswald Houston, bisnonno di Merk, successivamente all'inaugurazione della Zona, circa 160 anni fa, ed è tutt'ora l'abitazione familiare.


    Descrizione

    CODICE
    La residenza degli Houston presenta un'architettura risalente alle prima battaglie tra Fronte di Liberazione e i Bot della Morte, quindi a circa 150 anni prima, quindi ha un notevole valore storico.
    Nella casa c'è una cucina, una sala da pranzo, una stanza matrimoniale, due stanze (una di esse è di Merk), una stanza per gli ospiti, un soggiorno, due bagni, e infine la sala di ricevimento per l'Impresa archeologica familiare, ove si possono ammirare quadri che ritraggono gli antenati della famiglia, medaglie e trofei ricevuti dagli Houston nei secoli e infine una maestosa e imponente vetrina, ove sono conservati molti Manufatti Precursor non funzionanti, e altri ritrovamenti archeologici risalenti addirittura all'epoca del Villaggio Roccioso e di Sandover.

     
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  2. Jak the Legend
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    Venerdì - 11 / Ore 21:04 / Abitazione Houston

    Status: Stanco e affaticato
    Equipaggiamento: Eco Pistol; Coltellino militare
    Notorietà: 0%
    Denaro: 490 Crediti di Eco


    Dopo esser uscito dal Naughty Ottsel e essendosi riscaldato con un bel bicchierino di whisky, Merk era diretto a New Haven per ritornare finalmente in casa, e approfittò del Bus Flyer di passaggio che sfrecciava sulle strade della metropoli a tutta velocità, andando a ritmo frenetico tra una fermata e l'altra. Una volta sceso alla fermata N°4 di New Haven, potette rivedere da vicino dopo ben 5 anni e mezzo la magnificenza di quel distretto della città, sempre all'avanguardia nel campo della tecnologia e dell'economia. Come sempre le strade erano affollatissime e brulicanti di qualsiasi tipologia di abitanti. In quella specifica zona vi erano molti ristoranti e pizzerie, ma anche tanti magazzini che a quell'ora stavano per chiudere la saracinesca per ritornare direttamente la mattina dopo.
    "New Haven è sempre fantastica. Ora però devo sbrigarmi." pensò in mente Merk che guardava l'orologio frequentemente per controllare l'ora.
    Dopo aver attraversato il lungo tragitto che portava alla sua abitazione, si tolse il lungo mantello con cappuccio per non destar sospetti e per non spaventare il vicinato, e si apprestò a citofonare a casa sua, sperando che suo padre fosse in casa. Il suo dito non toccava quel citofono malfunzionante da una vita, e seppur aveva vissuto in quella zona fin dall'infanzia, la lunga lontananza gli dava una sensazione di estraneità.
    Senza neanche accorgersene la portà di casa si aprì con un fruscio quasi metaforicamente gelido. La figura del padre gli si mise dinnanzi, e dopo uno sguardo di ammonimento e rabbia, non potette che abbracciare Merk:
    < Figlio mio! Quanto tempo! Come stai? Tutto bene?> urlò il padre felice di vedere il proprio figlio dopo anni di assenza.
    < Padre! Felice di vederti, scommetto che sei arrabbiato ma allo stesso tempo felice di rivedermi. Fammi entrare e ti racconterò tutto.> rispose come un fulmine Merk che seppur anch'egli era contento di rivedere il proprio genitore, non resistette alla stanchezza nelle sue gambe.
    Il padre chiuse la porta e accompagnò il figlio in soggiorno, desideroso di sapere di tutto e di più. I due si sedettero, e dopo essersi guardati, il padre però cambio improvvisamente sguardo, più irascibile, esprimeva una collera interiore.
    Probabilmente stava per preparare il megapapiro di ammonimento.

     
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  3. Jak the Legend
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    Venerdì - 11 / Ore 21:14 / Abitazione Houston

    Status: Stanco e affaticato
    Equipaggiamento: Eco Pistol; Coltellino militare
    Notorietà: 0%
    Denaro: 490 Crediti di Eco


    < E così, alla fine ti sei degnato di ritornare in città. >. In questa maniera Tarb, il padre di Merk, introdusse il discorso di ammonimento che molto probabilmente aveva intenzione di fare al figlio per "inaugurare" il suo ritorno. < Non ti abbiamo sentito da oltre un anno e mezzo, dopo l'ultima lettera che ci inviasti chissà da che posto. Come hai intenzione di scusarti? >
    Merk si era già preparato psicologicamente a risponderlo, ma tutto quello che aveva da dire non riusciva ad esprimerlo in poche parole, quindi doveva riunire tutte le sue idee e cimentarsi a dare una spiegazione al tutto, contemporaneamente iniziò a sorridere, forse perchè gli erano mancate le sfuriate del proprio genitore, o forse perchè la situazione lo aveva messo in difficoltà:
    < Hai ragione, papà. Effettivamente non mi sono fatto sentire, ma ho avuto i miei buoni motivi. Ci son posti e luoghi ove mi è stato impossibile contattarti e- >
    < ESATTAMENTE, Esattamente! Prima di tutto dove sei stato e che cosa hai fatto, lasciare casa e città improvvisamente non è un comportamento all'ordine del giorno. NON CREDO che tu abbia scusanti, perciò risponderai alle mie domande > così Tarb interruppe il discorso intrapreso da Merk, essendo molto nervoso, poichè dal canto suo voleva solo ottenere risposte ma senza ascoltare spiegazioni.
    < Già lo sai: la voglia di esplorare nuovi posti e il mondo dell'archeologia hanno sempre fatto parte di me, come del resto per e per tutta la famiglia. Per quanto riguarda il resto, non VOGLIO e non POSSO raccontarti altro, ho dato la mia parola e non ho intenzione di contraddirla. > rispose Merk mentre intanto si era alzato dalla poltrona per rovistare il tavolino a fianco pieno zeppo di giornali politici.
    < Ah. Bene, non hai intenzione di dirmi niente. Nell'ultima lettera mi hai scritto che ti trovavi presso le Montagne Innevate. E se non erro lì si trova l'esercito ribelle che ha appena dichiarato guerra al Fronte di Liberazione! Non oso immaginare cosa tu abbia fatto, ti avranno fatto il lavaggio del cervello e- > continuava sempre più arrabbiato il padre che fu stavolta interrotto bruscamente da Merk che aveva gettato a terra il giornale per risponderlo, seppur sempre in maniera pacata:
    < Non delirare! Sono stato lì e ho avuto modo di conoscerli, per comprendere meglio la loro filosofia e i loro motivi, i loro ideali. Ciò non significa che patteggio per loro. Odio i pregiudizi. Accontentati di questo, il resto non posso rivelarlo. >
    Il tono di voce lievemente alterato del figlio si era fatto sentire e Tarb non ribattè, forse perchè non aveva più le forze di continuare il discorso, vista la sua natura mite, o forse perchè non voleva litigare con Merk proprio il giorno del suo ritorno.
    Merk riprese il giornale gettato rabbiosamente a terra per risistemarlo sull'apposito tavolino, mentre intanto rifletteva sul cosa dire o sul cosa fare.
    < Va bene Merk. Ho capito, è difficile ora ragionare con te e immagino sarai stanco. > concluse forzatamente Tarb che si era alzato per andare a preparare la cena. Si era avviato senza neanche dire una parola, cercando di non guardare negli occhi il figlio.
    < Papà, io vado a farmi una doccia, tu intanto se puoi preparami la cena. > chiese Merk temendo una possibile reazione paterna, ma ottenne un gelido cenno del capo di "Sì".
     
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2 replies since 25/3/2012, 20:20   56 views
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